La favola di Matteo Guidi, dal settore giovanile alla prima squadra. Il commento di Paolo Pastacaldi e Marco Magni

Matteo Guidi, centrocampista classe 2003 proveniente dal settore giovanile Granata, ha firmato il suo primo contratto da professionista. Paolo Pastacaldi ha fatto il punto della situazione sull’operato della “cantera”, ringraziando tutti quelli che lavorano dietro le quinte per raggiungere questi traguardi. 

“Ogni anno circa 200 ragazzi tra settore giovanile e scuola calcio, vestono la maglia granata dell’U.S Città di Pontedera. Tutti lo fanno con un sogno e con una speranza nel cuore…quella di raggiungere obbiettivi prestigiosi, di riuscire a calpestare, da protagonisti, campi da gioco importanti, che possano proiettarli nella massima serie calcistica italiana o, addirittura, che il loro percorso gli permetta di indossare la maglia azzurra della nazionale. Con il tempo c’è chi sceglie strade diverse da Pontedera, affidando il proprio futuro ad altre società, c’è chi interrompe il proprio percorso e chi invece lo intensifica come nel caso di Matteo Guidi, classe 2003”.

“Arrivato a Pontedera in età dell’adolescenza ha disputato con la nostra società i campionati della categoria Giovanissimi e Allievi Nazionali da protagonista, per poi aggregarsi in Primavera. Un anno in prestito in serie D alla società del San Donato Tavarnelle ha definitivamente consacrato le sue abilità, facendo capire che era pronto per confrontarsi con i grandi della Lega Pro; certo il cammino è ancora arduo e tanto dovrà ancora dimostrare, ma i presupposti ci sono e dopo tanti anni, gli ultimi a fare carriera tra i professionisti sono stati Regoli e Arrighini, il settore giovanile regala alla prima squadra un piccolo gioiello da coltivare”.

“Come si arriva a tutto questo? In primis per il merito e il talento del ragazzo stesso, dei suoi personali sacrifici e di tutta la sua famiglia. Poi, non meno importante, per il lavoro di tante persone che troppo spesso sono allo scuro dei riflettori; mi viene da pensare a tutti i mister, preparatori, massaggiatori, dirigenti, collaboratori che ruotano intorno al settore giovanile, per arrivare agli autisti dei pulmini che con enorme sacrificio ogni anno si prendono cura di questi ragazzi, ma soprattutto per quelle persone che vivono di calcio, che della loro passione si nutrono giornalmente, i direttori e responsabili dello scouting”.

 

A proposito dei responsabili dell’area scouting, abbiamo parlato con Marco Magni, responsabile tecnico del settore giovanile Granata, che ha portato Matteo Guidi a Pontedera nel 2018, prelevandolo dal Prato. 

Cosa ha provato dopo la notizia della firma del contratto da professionista?

“Sono stato molto contento per Matteo. La firma del contratto è la giusta coronazione di tutti i suoi sacrifici. A titolo personale posso dire che anche io sono molto contento, ed è una grande soddisfazione, perchè da quando l’ho portato qui nel 2018 dal Prato, ho avuto la fortuna di poterlo conoscere da vicino accompagnandolo sempre agli allenamenti. Lui lasciava il motorino all’uscita di Prato Ovest, veniva con me a Pontedera e la sera lo riaccompagnavo al motorino con cui poi tornava a casa. Sole, pioggia, vento, grandine non importava, lui era sempre lì. Si è impegnato tanto e il merito di questo traguardo è tutto suo”.

Cosa ha notato in lui ai tempi del Prato?

“C’erano diversi elementi interessanti in quella squadra. Lui non era un titolarissimo ma in lui ho intravisto tanta qualità, quando è arrivato a Pontedera lo abbiamo messo negli Allievi come sotto età e dopo tutta la trafila e due campionati vinti è passato in Primavera e poi al San Donato Tavernelle dove ha vinto il campionato di Serie D”. 

Lo ha visto giocare quest’anno con la prima squadra?

“L’ho visto giocare e l’impressione è che debba fare ancora esperienza, deve farsi le ossa e costruirsi una personalità all’altezza della categoria. Sta giocando con calciatori importanti che sono sicuro gli trasmetteranno la giusta mentalità per competere a quei livelli. Lui caratterialmente è un bimbo buono quindi secondo me deve ancora trovare la dimensione giusta, ma a mio avviso è un bel profilo perchè ha già la testa da giocatore e può ricoprire più ruoli. Poi starà a lui confermare queste cose con il lavoro sul campo, sono contento che la società gli abbia dato fiducia, ora starà a lui ripagarla”. 

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