Rubrica: “Le Granatine si raccontano”. Intervista a Priscilla Del Prete

26 anni passati a giocare a calcio. Dove e quando nasce questa passione? Quali sono gli step della tua carriera calcistica che ti hanno condotto fino a qui?

“È mio fratello ad avermi fatto avvicinare al calcio fin da piccola, portandomi nel piazzale vicino a casa e mettendomi in porta. Poi ha notato che con i piedi ero brava, ed ha iniziato a portarmi a giocare con i suoi amici al campino. Da lì è nata la passione.

Racconto un episodio, che riguarda la mia infanzia, ma comune a molte ragazzine ancora oggi. All’inizio dovevo andare a giocare nel Jolly Montemurlo, all’epoca c’era presidente un prete, di cui ricordo le parole esatte “assolutamente no, le bambine non posso giocare a pallone.”

Mio fratello si trasferì in un’altra società a Prato, lì mi tesserarono e giocai per 5 anni con i maschi.
Tornai a casa, ad Agliana, dove feci le giovanili in Serie C. Mi spostai a Firenze in A2 e tornai nuovamente a casa in serie A. Ma la società fallì e cambiai aria, giocando per tre anni a Reggio Emilia. Arrivai poi ad Udine, dove rimasi per 4 anni, dopodiché 1 anno a Firenze (anno di transizione da Firenze a Fiorentina Women).Per motivi lavorativi lasciai la categoria e sperimentai il calcio a 5 Figc Serie A Élite. Conclusa questa esperienza, sono tornata al calcio ad undici, con il Florenzia. L’ultima tappa del mio percorso è qui a Pontedera. Questo è il quarto anno in casa granata.”

Oltre a praticare il calcio sei anche allenatrice. Quale pensi sia il ruolo dell’allenatore per i giovani, oltre agli insegnamenti tecnici?

“Attualmente alleno gli Under 9 dell’Empoli e collaboro con gli Under 14 Nazionale. Penso che la cosa primaria per l’allenatore, quando si occupa dei giovani, sia formare il singolo giocatore. Far crescere i ragazzi, anche a livello umano, i risultati vengono dopo. La speranza poi è che qualcuno arrivi nelle prime squadre. È la soddisfazione più grande vedere i ragazzi che hai allenato arrivare ad alti livelli e realizzarsi.”

In campo dimostri sempre un carattere forte e agguerrito. È una caratteristica che ti contraddistingue anche al di fuori dello sport?

“Si decisamente. Sono molto determinata, quando mi pongo un obbiettivo, solitamente riesco a raggiungerlo. Non per presunzione, ma perché finché non ci batto la testa, e non ottengo ciò che voglio, non mi fermo.”

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